Condominio e covid-19

La pandemia ed il conseguente isolamento obbligatorio hanno evidenziato ,qualora ce ne fosse bisogno(e ce ne era), che la legge che disciplina il condominio in Italia , seppure aggiornata di recente (entrata in vigore il 18 giugno 2013) ha bisogno di ulteriori adeguamenti ma ancora di più deve tener presenti gli aspetti sociali che la vita in condominio comporta con il mondo globalizzato. L’emergenza di questi mesi ha messo a nudo la scarsa solidarietà prevista dalla istituzione “condominio” che avrebbe potuto organizzare ad esempio il servizio di spesa comune a domicilio per tutti i condomini , in particolare per gli anziani che vivono soli o ancora più necessario un collegamento con i medici di base. Forse è il caso di ripensare l’organizzazione sanitaria del paese.
Mi viene in aiuto l’esperienza avuta negli anni in cui ricoprivo incarichi di rilevanza nazionale, quando incontrando gli amministratori cinesi cercai di farmi spiegare la loro organizzazione del condominio, e appresi che i loro condomini erano costituiti da intere vie e in alcuni casi arrivavano anche a contare più di 10.000 appartamenti e che ogni scala aveva un rappresentante che curava i rapporti con l’amministratore che con il mondo esterno(comune e governo) e questo rappresentante era nominato dagli abitanti della scala i quali non partecipavano alle assemblee condominiali, alle quali intervenivano soltanto i rappresentanti. Comprendo bene che tale organizzazione è dettata principalmente dalla diversa realtà cinese dove il condominio è finalizzato soltanto alla gestione funzionale di tutti i servizi e non alla tutela del singolo diritto di proprietà che immagino non esistere in Cina.
Il nostro condominio ha bisogno urgente di essere rivisto e modernizzato proprio in funzione della mutata realtà della gestione delle città. Roma , Milano e tutte le nostre città sono quotidianamente attraversate dalle auto dei manutentori (ascensoristi, idraulici,elettricisti, antennisti,falegnami,fabbri etc) , le immagini del traffico di questi giorni lo confermano. Se il condominio fosse costituito da una intera via un solo ascensorista potrebbe intervenire su decine o addirittura centinaia di impianto , contribuendo a decongestionare il traffico cittadino , con notevole vantaggio per tutti sia per i tempi di intervento sia per il contenimento delle e spese e non ultimo per il miglioramento dell’aria che respiriamo e nel momento particolare per il minor rischio di contagio.
L’aspetto sociale del condominio da noi è inesistente o quantomeno ignorato dalla legge , si è molto parlato e scritto di badanti e di bambinaie condominiali con pochissimi casi di realizzazione , ma oggi non dovrebbe essere difficile realizzare una app che raccolga tutte le informazioni e le esigenze degli abitanti del condominio garantendo anche la privacy con adeguate password di accesso da far gestire agli amministratori ed eventualmente all’incaricato del comune. Senza correre troppo in avanti credo sia necessario ed urgente prevedere subito con apposito decreto la possibilità di tenere le assemblee condominiali in video conferenza ,modificando anche il diritto di delega e le forme di convocazione,basti pensare che in Spagna (non su Marte) già nel 1997 ho avuto modo di assistere ad assemblee condominiali in tele conferenza. In definitiva l’attuale legislazione tiene in considerazione le implicazioni legate al concetto di proprietà individuale e considera il condominio, o meglio le parti comuni soltanto in funzione del miglior godimento della singola proprietà e trascura completamente gli aspetti legati al concetto di condominio come insieme di persone che debbono avere rapporti con il resto della città e della nazione .