Pane, virus e incoscienza. Uso del terrazzo condominiale nel periodo di quarantena

Il divieto di assembramento si applica anche all’interno delle parti comuni
Per chi se lo fosse dimenticato, il nostro Paese è in pieno allarme da pandemia per Coronavirus.
L’Italia è al primo posto per contagi e godiamo di uno spiacevolissimo primato in numero di decessi causati dal virus.
Tuttavia ad oggi molte persone, probabilmente spinte dalla disperazione che accomuna tutti noi in questo momento, si stanno riversando nelle strade e stanno adottando una serie di condotte che nulla hanno a che vedere con le misure di contenimento disposte dai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Anzi!
Le macchine in circolazione sono aumentate (anche se le persone sono diminuite!) e, così, anche quelli che, per prendere una boccata d’aria, fanno scendere il cane venti volte al giorno non la scusa dei bisogni (il cane non sa più cosa inventarsi per restare a casa e preservare la vescica!).
E tra l’ingente numero di persone che si considerano “geni” (anziché incoscienti e sprezzanti del pericolo!) ci sono quei condomini che pensano sia arrivato proprio il momento giusto per riunirsi sul terrazzo condominiale per le attività più disparate.
Barbecue, musica, vino rosso, alcuni degli ingredienti destinati ad insaporire le vostre giornate in questo soleggiato periodo di quarantena.
Alcuni si riunisco sul terrazzo per svolgere attività sportiva all’aperto insieme.
Se mi avessero detto che avrei visto una donna di mezza età correre in t-shirt e pantaloncini sul terrazzo non ci avrei mai creduto.
E, credetemi, mai lo avrei voluto!
Tuttavia analizziamo più da vicino la problematica in questione.
Il copioso quantitativo di Decreti emessi dal Presidente Conte nelle scorse settimane (copioso al punto da riempirci un album di figurine), pur variando in alcuni casi le misure di contenimento, ha ribadito sempre lo stesso concetto: sono vietati gli assembramenti.
Dunque, quale che sia la motivazione (un barbecue, una riunione condominiale, l’aggregazione di un gruppo religioso induista!) due o più persone non possono riunirsi nel medesimo posto.
Diversamente non si spiegherebbe perché fermare l’intero Paese al fine di contenere il contagio del virus.
E cosa rischia il condomino che,con spirito ribelle, decide di riunirsi con altre persone in terrazzo condominiale?
Il condomino che si riunisce in gruppo con altre persone sul terrazzo condominiale viola le misure di contenimento e, in particolare, il divieto imposto dai DPCM di assembramento di più persone.
Pertanto, chi viola tale divieto integra il reato previsto e punito dall’art. 650 c.p. (intitolato “inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità”).
Questa norma punisce chiunque non osservi un provvedimento legalmente dato dall’Autorità.
Nel caso in questione il provvedimento violato sarebbe il DPCM che vieta gli assembramenti.
Dal punto di vista del suo autore, trattasi di reato comune in quanto integrabile, come introduce la norma, da“chiunque” (a differenza dei reati propri che, ai fini della integrazione, richiedono una posizione a capo dell’autore del reato).
L’art. 650 c.p. prevede per il trasgressore l’applicazione, quali sanzioni, di una ammenda di duecentosei euro o un arresto fino a tre mesi.
Direi che, visto gli importi delle sanzioni, per il barbecue possiamo attendere la fine della quarantena!
E non è tutto!
Cosa accade se dalla condotta dell’autore di tale reato dovesse avvenire, come conseguenza, il contagio di una o più persone?
In tal caso la persona che ha causato il contagio integrerà una ulteriore fattispecie incriminatrice, il reato di epidemia (dolosa o colposa a seconda dei casi) e le conseguenti pene saranno più alte (in alcuni casi addirittura l’ergastolo!).
Il condomino in tal caso verrebbe imputato in un procedimento penale per inosservanza di un provvedimento legalmente dato e reato di epidemia in concorso tra di loro.
Pertanto, cari condomini, in questo periodo siete tenuti a rispettare le norme di contenimento.
Verrà il tempo delle scampagnate con i nostri figli, dell’attività sportiva all’aperto e dei pic-nic.
Ma non è questo il momento!
Dobbiamo far sì che questo Paese possa rialzarsi quanto prima e per farlo dobbiamo agire con lucidità e coscienza.
Ne va della nostra sicurezza e di quella degli altri.
Avv. Emanuele Fierimonte
Fonte: Libricondominio